Libro storico di Banzi.
Banzi è una città ricca di storia e tradizione, situata nel cuore del sud Italia.
Banzi rappresenta un tesoro inestimabile per gli amanti della storia e della cultura. La città ha visto molte evoluzioni nel corso dei secoli, dalla sua fondazione osco-sannitica al periodo romano prima e medievale dopo; dai tempi a.C. della Tabula Bantina Osca e del templum auguraculum in terris fino all’edificazione dell’Abbazia benedettina di Santa Maria dell’ VIII sec. d.C., proto cenobio lucano, per giungere infine ai giorni nostri.
Banzi dal Fons Bandusiae alla Tabula Bantina Osca-tremila anni di storia.
Esplora la cultura e le tradizioni locali con questo libro storico
“Aspettando Bandusia” (E.co. Editrice, Matera 2022, 224 pagine) tratta della storia di Banzi, piccolo comune trimillenario in provincia di Potenza, della regione Basilicata, vicino Venosa e Acerenza.
Il libro storico nella prima parte, fino a pagina 55, si sofferma sulle questioni storiche dell’esclusione dalla piena modernità europea e nord italiana (quale circostanza ascrivibile alla complessa questione meridionale) con riflessioni, argomentazioni e bibliografia estensibili e trasversali a quasi tutta la realtà meridionale italiana che si colloca sotto il 41° parallelo.
Nella seconda parte entra nel vivo della divulgazione scientifica di quanto attiene a Banzi in campo archeologico e linguistico: dal templum auguraculum al testo osco della Tabula Bantina (il cui frammento più piccolo è nel vicino museo archeologico di Venosa mentre il più grande è al museo di Napoli), passando dai numerosi reperti locali e museali che testimoniano la sua antica vita storicamente significativa anche per tutto il medioevo per la presenza dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Banzi, voluta dai Longobardi di Benevento nell’VIII sec. d.C. .
A Bantia i tribuni della plebe dedicarono a Giove una statua, di cui scriverà Mario Torelli.
Orazio Flacco, poeta latino nato a Venosa, scriverà un’ode, Fons Bandusiae, dedicata a una sua sorgente (l’altra, in località Fontana dei Monaci, era invece luogo sacro di iniziazione alla vita adulta dopo il passaggio puberale) nella quale decanta la freschezza e l’immortalità delle acque e la circostanza che i suoi versi renderanno la fonte famosa in eterno.
Tra i suoi scritti Orazio Flacco ci lascia anche il ricordo di quando da fanciullo s’era addormentato tra i saltus di Banzi alle pendici del Vulture e protetto dagli Dei non rimase vittima di nessuno dagli animali selvatici allora esistenti: dal lupo all’orso.
Banzi, l’antico villaggio osco-lucano prima e romano dopo, è posto a Nord-Est dell’antica regione Lucania, oggi Basilicata, nel territorio dell’Alto Bradano dove, ad una distanza tra i venti e i trenta km, vi sono i vicini centri di Forenza, Acerenza e Venosa. Il periodo storico nel quale si colloca il tributo a Giove è della Bantia.
Del periodo romano, che ha inizio e si sviluppa tra il IV e il II secolo a.C.. Prima di allora il popolo bantino viveva secondo usi e costumi osco-sannitici.
Plinio il vecchio scrive che l’antica Lucania, questo è il nome dell’attuale regione Basilicata (nome medievale probabilmente derivante dal bizantino Basileus), e che andava da Paestum alle porte di Taranto e fino al fiume Crati in Calabria, era abitata da 11 popoli Osci: uno di questi era il popolo bantino.
Dovunque a Banzi si scavi emerge il suo passato trimillenario.
La necropoli più antica e numericamente significativa trovata dalla Soprintendenza all’Archeologia della Basilicata in località Piano Carbone, in un’area comunale di pochi km quadrati, consta di più di settecento tombe datate tra il IX e l’VIII sec.a.C. .
In lingua osca con caratteri latini la Bantia latina fa incidere su una lastra di bronzo un testo giuridico arrivato ai giorni nostri in tre frammenti: il più grande si trova al museo archeologico nazionale di Napoli e gli altri due al museo archeologico di Venosa, sempre in Basilicata. Il testo si divide in sei paragrafi contenenti articoli di legge civile, penale e disposizioni riguardanti il cursus honorum. Bandusia, oltre a Bantia, era l’altro nome col quale l’antica Banzi era anche chiamata. Bandusia è etimo prossimo a quello di Pandosia, la città ai cui piedi scorreva il numinoso fiume Acheronte e di cui studi di filologia del professor Michele Feo dell’università di Firenze evidenziano la correlazione esistente tra Pandosia, Bandusia, Acheronte e Acherunzia, cioè Acerenza.
Scoprendo Banzi: libro storico tra Storia e Tradizione.
Viaggia attraverso i secoli con il libro storico lucano.
Il Templum Auguraculum in Terris.
Un templum auguraculum in terris e un complesso balneare privato e a pagamento, gestito dal sacerdote Romanius della famiglia Camilia, arricchiscono l’antica città manifestandone la vivacità sociale, civile e culturale nonché la sua consistenza demografica. Comunque, sono stati pochi, e dovuti più al caso emergenziale che ad altro, gli scavi che hanno riguardato Banzi.
Ogni volta che ci si è trovati di fronte a significative testimonianze emerse in occasione di lavori legati a necessità di urbanizzazione, durante interventi idraulici o di servizio elettrico e simili, la portata dei rinvenimenti (dalle terme balneari al templum augurale con i suoi cippi epigrafati) è sempre stata tale da obbligare l’intervento istituzionale della preposta Soprintendenza e dell’università.
In questo contesto è nato in epoca moderna l’interessamento scientifico del sito bantino. Tra gli altri si sono interessati dei suoi reperti gli archeologi Mario Torelli, Angelo Bottini e Dino Adamesteanu ma anche studiosi tedeschi quale Mommsen nel XIX secolo mentre per la parte medievale si ricorda Cosimo Damiano Fonseca che tratterrà dell’abbazia benedettina di Banzi,
proto-cenobio lucano e quindi di costruzione antecedente alle altre abbazie regionali, da quelle anch’esse benedettine di Venosa e di Montescaglioso a quella basiliana di San Michele Arcangelo di Monticchio.
Nonostante la natura emergenziale degli scavi è emersa una ricchezza storica di particolare rilevanza che programmate campagne potrebbero naturalmente approfondire a partire dal tracciato viario pavimentato con pietra vulcanica in località Montelupino, attorniato da case, per vedere da dove origina, dove conduce e con e con quali altri tracciati e agglomerati edile-abitativi della Bantia di epoca romana comunica e si interseca.
Mario Torelli ha scritto pagine importanti sul templum auguraculum bantino e diversi sono stati gli studiosi che hanno parlato del testo osco della Tabula Bantina, di interesse linguistico e giuridico, tra i quali si cita Sebastiano Tafaro dell’università di Bari, docente di diritto romano. Gli altri tempi dell’auguraculum presenti in Italia si trovano sul colle Aventino, a Roma, a Marzabotto e in Veneto. Nel 576 d.C. Bantia si allea in confederazione con le vicine città di Acheruntia e di Ferentum, Acerenza e Forenza, per far fronte alla minaccia dei barbari che dal Nord scendono al Sud.
L’abbazia benedettina di Santa Maria
È nel 798, due secoli dopo, quando nello stesso sito della Bantia latina risulta la presenza dell’abbazia. L’abbazia viene costruita riutilizzando, tra l’altro, anche grandi blocchi squadrati risalenti alle case dell’antico insediamento nonché pietre epigrafate, di cui alcune sono ben visibili anche ai giorni nostri. È l’abbazia più antica della regione Basilicata. Il primo documento che ne parla è l’atto della sua donazione al monastero di Montecassino da parte di Grimoaldo III, principe longobardo beneventano. Tra le epigrafi murate su un edificio badiale ce n’è una coeva all’epigrafe esistente sulla facciata della cattedrale di sant’Andrea a Venosa e voluta anch’essa, come quella bantina, dai tribuni della plebe.
Lungo il corso dei secoli l’antico paese osco-lucano e latino naturalmente scompare essendo subentrata nelle sue vicende storiche il feudo ecclesiastico benedettino che attraverserà mille anni di storia (dal 798 al 1809) e che darà vita ad altre dinamiche economico-sociali legate alle esigenze monastiche e religiose. Con l’avvento della costruzione badiale inizia a Banzi, con alterna fortuna, una nuova storia, a volte ricca di eventi significativi, qual è stato quello relativo alla consacrazione della chiesa badiale da parte di Urbano II nel 1089, che per l’occasione a Banzi s’incontrò con 32 vescovi e con i figli di Roberto il Guiscardo, i principi normanni Ruggero e Boemondo. È il Papa che pochi anni dopo, a Clermont nel 1095, proclamerà l’inizio delle Crociate in terra santa. Potrai approfondire l’argomento tramite il libro storico.
La storia monastico-religiosa avrà fine nella prima decade del XIX secolo, con la legge eversiva del feudalesimo con la quale ha inizio a Banzi una lunga e tenace lotta civica e giuridica sia per l’ottenimento di diritti di proprietà terriera sull’ex feudo ecclesiastico che per far erigere Banzi a comune. Sta formandosi un nuovo consorzio sociale.
Ma seppure la Bandusia di oraziana memoria (Fons Bandusiae di Orazio Flacco, Carm III 13) non ci sia più, e mai furono espressamente cercati e custoditi i suoi resti edili e monumentali nel corso dei secoli dominati dalla presenza del feudo ecclesiastico badiale, le sue antiche tracce sono ancora visibili ai viaggiatori eruditi del XVIII e XIX secolo che si inoltrano nelle terre meridionali dell’antica Magna Grecia. Questo nuovo paese in epoca moderna, dopo l’unità d’Italia, sarà decimato dall’ossessivo processo di emigrazione che ha sempre caratterizzato la “questione meridionale” e che ebbe inizio con le partenze oltre-oceaniche tra il XIX e XX secolo per raggiungere il suo culmine demografico nel secondo dopo-guerra con destinazione le miniere del Belgio o le fabbriche della Germania o del nord Italia.
La storia raccontata: esplora il passato con il libro storico
È un processo emorragico divenuto cronico e oggi segnato, sembrerebbe, da una rassegnazione socialmente accettata al punto da sembrare un processo fisiologicamente naturale al sistema-Italia e quindi invisibile. Il paese si è quindi spopolato significativamente nel corso dei tempi moderni e oggi conta un migliaio di residenti mentre a fine anni Novanta del Novecento ne contava milleseicento, a fine anni Cinquanta e inizi anni Sessanta (quando l’emigrazione post-bellica cominciò con forza a prendere corpo) ne contava duemila e più.
Saranno gli scavi per l’edilizia residenziale, che fu alimentata dai soldi di rimessa dei moderni emigrati che comportò, agli inizi degli anni Sessanta del Novecento, l’inizio delle scoperte archeologiche importanti e di cui si è detto, e l’interessamento scientifico di autori quali Dino Adamsteanu, nominato nel 1964 sovrintendente all’archeologia della regione Basilicata, e poi Mario Torelli, Angelo Bottini e altri. Per trovare tracce moderne di studi sull’abbazia bisognerà attendere, però, ancora qualche anno quando, verso la fine d egli anni Novanta del secondo millennio, Cosimo Damiano Fonseca curerà con Pietro De Leo la pubblicazione delle Memorie bantine di Domenico Pannelli del XVIII sec. .
La Lucania oggi: una regione ricca di storia e tradizione.
Oggi Banzi, antico sito le cui testimonianze in loco, nell’Alto Bradano, si inseguono copiose tra i musei archeologici di Melfi e Venosa, lotta per sviluppare un sistema sociale ed economico in grado di arginare, con le sue risorse locali, il fenomeno dello spopolamento e della perifericità. Le risorse di riferimento sono essenzialmente due: quella agricola legata all’ambiente, ai suoi prodotti e alle potenzialità fruttifere che un territorio “irlandese” come quello dell’Alto Bradano di fatto offre. Il verde e collinare territorio agro-alimentare di Banzi non viene più visto come limitativo ma come risorsa di più ampio spettro per sviluppare unicità biologicamente caratterizzanti di cui la produzione del miele, la filiera del grano e la coltivazione e vinificazione del vino aglianico docg certificato ne sono esempio. L’altra risorsa è quella storico-culturale di cui si cominciano a vedere deboli segni di sviluppo in iniziative quali quella del corteo storico sulla venuta di Papa Urbano II, che si celebra annualmente il diciotto di agosto, e nell’altra inerente “La sei ore dei Templari”, iniziativa sportiva di ultramaratona di particolare rilevanza nella regione Basilicata, che richiama ogni anno a Banzi professionisti e appassionati da tutta l’Italia, con eccellenze a volte provenienti dall’estero.